Il Moai di Vitorchiano
Anche in Italia si trova un Moai, uno delle poche statue esistenti al mondo fuori dall’Isola di Pasqua. Si trova a Vitorchiano, un borgo di origine etrusca, a pochi chilometri da Viterbo. Nella sua immobilità il Moai fissa il paese dalla sua sistemazione del belvedere. Il Moai di Vitorchiano non è antico ma è stato scolpito nel 1990 da undici indigeni Maori dell’Isola di Pasqua, invitati dalla trasmissione RAI "Alla ricerca dell’Arca", a realizzare un fantastico programma di “gemellaggio” culturale. Poiché gli originali Moai dell'isola di Pasqua si stanno deteriorando, la televisione di Stato si adoperò per scovare una pietra vulcanica simile a quella delle cave dell’Isola di Pasqua per poterne costruire uno nuovo. La trovò proprio qui: un enorme blocco di peperino del peso di trenta tonnellate. Fu scolpito, con asce manuali e pietre taglienti, da undici indigeni maori della famiglia Atanm, provenienti dall'isola di Rapa Nui (Cile). “Il Moai - spiegarono i costruttori dopo aver danzato intorno al blocco di peperino che a poco a poco prendeva forma - è una scultura sacra: porta prosperità al luogo che osserva, a patto che non venga mai spostato. Se viene mosso dal punto in cui viene scolpito, provoca grandi sciagure.”
Questo è una sintesi del video della trasmissione RAI fatta all'epoca della costruzione
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Se ti trovi nelle vicinanze di Vitorchiano vieni a conoscerlo e a passare qualche minuto con lui: ti porterà serenità e, forse, un pizzichino di fortuna. Il suo fratello più vicino, dopotutto, è a migliaia di chilometri di distanza, dall'altra parte del mondo!
Il Moai è posto sul belvedere ovest (parcheggio camper) da dove si può gettare uno sguardo indimenticabile sul paese, specie nel pomeriggio. Le coordinate sono: N 42° 28' 11.64" - E 12° 10' 20.63"
Perché "Fedeli di Vitorchiano"?
Dopo aver inutilmente supplicato Roma di liberarli, nel 1267 i vitorchianesi provvidero a proprie spese a rifondere Giovanni Annibaldi per i costi sostenuti per la fortificazione del paese, riscattandosi così dal giogo che li opprimeva. Quando ormai al senato romano apparve evidente che Vitorchiano era perduto a causa della loro politica poco lungimirante, avvenne un fatto straordinario: i Vitorchianesi fecero atto solenne e formale di sottomissione a Roma. Il Senato Romano a questa notizia nominò Vitorchiano "Terra Fedelissima all'Urbe", le riconobbe ampie esenzioni fiscali, le consentì di aggiungere al proprio stemma la sigla S.P.Q.R., di fregiarsi della Lupa Capitolina e di usare il motto Sum Vitorclanum castrum membrumque romanum, cioè Vitorchiano, castello e parte di Roma. Un'altro importante privilegio fu quello di avere l'onore di fornire gli uomini per la guardia capitolina. Essi furono denominati "Fedeli di Vitorchiano". Questo privilegio è stato costantemente esercitato dal 1267 fino ai nostri giorni. Ancora oggi è possibile ammirare la Guardia del Campidoglio nelle manifestazioni ufficiali del comune di Roma, nei loro costumi disegnati da Michelangelo Buonarroti.